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I ricercatori hanno identificato le tossine rilasciate da questi batteri che possono danneggiare il tessuto intestinale, promuovere l'infiammazione e potenzialmente influenzare il cervello, suggerendo che queste tossine potrebbero essere utilizzate come marcatori per identificare i pazienti con Parkinson a più alto rischio di sviluppare demenza. Lo studio indica che il mantenimento della salute orale e intestinale attraverso una cura costante del cavo orale, una dieta equilibrata e interventi probiotici mirati potrebbe migliorare la gestione della malattia nel Parkinson, rallentando potenzialmente i processi neurodegenerativi.
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